«Evvi ancor il liquore Alkahest, di grande
efficacia per conservar il fegato, e per guarire i
mali idropici, ed ogn'altro che procede da
disordini di tal parte. Vinto una volta il suo simile, diviene
superiore a tutti gli altri medicamenti epatici; e sebbene fosse rotto, o
disfatto l'istesso fegato, pure questa medicina supplirebbe la sua vece.» |
(Paracelso, De viribus membrorum,trad. it. in Efraimo Chambers, Dizionario universale delle arti e
delle scienze, vol. I, pag. 135, alla voce «alkahest», Venezia, presso
Giambatista Pasquali, 1749) |