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   Raimondo di Sangro, principe di Sansevero

Trovare la pietra, nascosta nella luce, sublimando la luce occultata. 

Quanto ai modi per realizzarlo, egli con la sua consueta liberalità ha voluto benevolmente indicarceli nella sua Cappella gentilizia, per il disinganno e l'educazione degli animi volti a ottenere il completo dominio sul proprio destino, esponendone i misteri con sincerità e zelo; e anche un pizzico di pudicizia, però, velata".

G.C. Lacerenza

Raimondo de SangroGRAN MAESTRO DELLA MASSONERIA NAPOLETANA, VII principe di Sansevero (Torremaggiore30 gennaio 1710 – Napoli22 marzo 1771), è stato un esoteristainventoreanatomistamilitarealchimistamassoneletterato accademico italiano.

I membri della sua famiglia erano del Grandato di Spagna, proprietari di innumerevoli feudi dell'area pugliese (SanseveroTorremaggioreCastelnuovoCasalvecchio di PugliaCastelfranco e altri minori) e, per linea paterna, sostenevano di discendere direttamente da Carlo Magno.

l'infanzia e gli studi

·         Nacque nel Castello di Torremaggiore il 30 gennaio 1710 da Antonio, duca di Torremaggiore e da Cecilia Gaetani dell'Aquila d'Aragona, ed ivi battezzato il 2 febbraio successivo dal vescovo di San SeveroPrincipeMons. Carlo Francesco Giocoli. Persa la madre, poco dopo la nascita, a lei restò sempre profondamente legato tanto da dedicarle, nella Cappella Sansevero, la statua della "Pudicizia Velata" in cui una donna, completamente ricoperta da un drappo che ne lascia intravedere le forme, si poggia a una lapide spezzata a indicare, appunto, la prematura scomparsa.

·         Il padre, Antonio di Sangro, superficiale e libertino, invaghitosi di una ragazza di Sansevero, ne fece uccidere il padre che si opponeva alla relazione. Accusato del misfatto da Nicola Rossi, sindaco di Sansevero, fu quindi costretto a fuggire alla Corte di Vienna dove diventò intimo dell'Imperatore, continuando a protestare la sua innocenza. Forse per corruzione, la magistratura pugliese archiviò il caso e Antonio di Sangro poté rientrare nei suoi feudi dove, però, non tardò a vendicarsi del suo principale accusatore facendolo uccidere. Per sfuggire all'incarcerazione riprese la fuga che, dopo alterne vicende, si concluse a Roma ove Antonio di Sangro prese i voti e si ritirò in convento.

·         Raimondo venne quindi affidato alle cure dei nonni paterni che, a 10 anni, lo mandarono a studiare presso la Scuola Gesuitica di Roma, ove restò fino al compimento dei 20 anni, acquisendo una cultura di molto superiore alla media che, unita alla sua naturale propensione allo studio (salvo la grammatica a causa della quale perse un anno), ne fece uno dei "geni" del Settecento napoletano ed europeo.

·         Appassionato di araldica e geografia (in cui eccelse), studiò retoricafilosofialogicamatematica e geometriascienzafisicagrecolatinoebraico e, portato per le lingue straniere, mantenne a proprie spese un sacerdote che gli impartì lezioni di lingua tedesca. Il suo "genio" si fece presto apprezzare, tanto che, per una rappresentazione scolastica, in cui c'era da smontare rapidamente un palco teatrale per consentire nello stesso spiazzo esercizi di equitazione, superò "primi Ingegneri e valentuomini" chiamati a risolvere il problema "inventando" un palco che "coll'aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote" spariva in pochi minuti

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La lapide dedicatoria di Alessandro de' Sangro sull'ingresso della Cappella Sansevero

I primi anni e le sue opere

·         Nel 1730, all'età di 20 anni, Raimondo rientrò a Napoli, sede stanziale della sua famiglia, avendo acquisito l'anno precedente, a seguito della morte del nonno paterno, il titolo di VII Principe di Sansevero. Nello stesso anno, per procura giacché viveva nelleFiandre, sposò una cugina quattordicenne, Carlotta Gaetani dell'Aquila d'Aragona, che conobbe però, a causa delle continue guerre europee, solo sei anni dopo il matrimonio (nel 1736) quando lo raggiunse a Napoli. Da ricordare come Raimondo commissionò per il suo matrimonio la composizione di una serenata musicale al coetaneo Giovanni Battista Pergolesi che venne però completata da altra mano per l'infelice sorte che attendeva il musicista.

·         Esperto in arte militare, fu anche colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 si distinse valorosamente nella battaglia di Velletri contro gli Austriaci.

·         Prima appartenente all'Accademia de' Ravvivati (con lo pseudonimo di "Precipitoso") divenne poi accademico della Crusca con il nome di "Esercitato" e il motto "Esercitar mi sole". Oltre gli studi chimici ed alchemici, per cui il suo nome susciterà sempre (anche al giorno d'oggi) dubbi di stregoneria tra il popolino e la stessa aristocrazia ignorante, Raimondo de Sangro fu scrittore egli stesso ed editore, tanto che dalla sua tipografia (impiantata nei sotterranei dello stesso Palazzo ove viveva a Napoli, in piazza S. Domenico Maggiore) uscirono libri, suoi e di altri, spesso censurati dalle autorità ecclesiastiche o pubblicati anonimamente. Anche in questo caso, tuttavia, non si esimerà dal compiere esperimenti, tanto che narra egli stesso di essere riuscito a stampare pagine a più colori in "una sola passata".

·         Dalla tipografia vennero editi libri di chiaro influsso massonico oltre che trattati e traduzioni di libri da nessun altro pubblicati in Italia. Pubblicò, nel 1750, un testo meglio noto come Lettera apologetica, ma il cui titolo completo è Lettera Apologetica dell'Esercitato accademico della Crusca contenente la difesa del libro intitolato Lettere di una Peruana per rispetto alla supposizione de' Quipu scritta dalla Duchessa di S*** e dalla medesima fatta pubblicare, in cui trattò del criterio di traduzione dei "quipu", ovvero cordicelle colorate annodate a differenti altezze che erano usate dalle popolazioni dell'America Latina per scambiarsi messaggi segreti. In merito a chi fosse la "Duchessa di S***" per alcuni è Madam de Grafigny, secondo altri potrebbe trattarsi di Mariangela Ardinghelli, nel cui salotto napoletano si riunivano gli eruditi dell'epoca.

·         Tra le sue opere si ricordano un Vocabolario dell'arte militare di Terra (la cui redazione durerà ben otto anni per fermarsi alla lettera "O"), un Manuale di esercizi militari per la fanteria che ottenne il plauso del re Federico II di Prussia, nonché trattati vari sulle fortificazioni. Quanto alle traduzioni, dalla "stamperia" del Principe nacquero Il Conte di Gabalis, ovvero ragionamenti sulle Scienze Segrete..., dell'abate francese Villars de Montfaucon che, per il suo contenuto esoterico, portò al Principe una nuova accusa di miscredenza da parte dei Gesuiti, costringendolo a negare che l'opera fosse uscita dalla tipografia con il suo placetI viaggi di Ciro, da Les voyages de Cirus dello scozzese Michel Ramsay (massone e iscritto alla stessa loggia del Montesquieu), con cui si auspica che la nobiltà partenopea sia presa da ben maggiore fervore illuministico; Il riccio rapito, dell'inglese Alexander Pope, anch'egli massone.

INDIETRO.PNG Maestri Passati

INDIETRO.PNG Tommaso Campanella

AVANTI.PNG  Alessandro Conte di Cagliostro